Il natale dei ricordi mi invade, e non faccio niente per resistere.
In silenzio si va via, si torna indietro, a un televisore in bianco e nero e ai miei occhi alla finestra perché cadono migliaia e migliaia e migliaia di fiocchi di neve, torna il calore della cucina e i disegni delle piastrelle del bagno.
Poi ci casco tutto dentro, nell'odore dei pranzi, dei cappotti, della camera da letto dei miei, nei dopobarba dei parenti, fino alla naftalina dei cappotti e degli armadi, e poi alle carezze con il ruvido delle guance sbarbate, delle sciarpe, dei gilet di lana e dei maglioni dei cugini, sino alla carta dei regali e delle scatole, quando ancora non recitavo alcuno stupore.
Ricordi inermi, innocui, quando se ne andranno.
Hanno vinto, perché li chiami con quel nome.
Là, non hanno più molta differenza sorrisi e cicatrici.
…
La tua gabbia felice di un tempo è l'oro che vorresti sognare quando chiudi gli occhi ogni notte.
E nella testa ho: no surprises
Nessun commento:
Posta un commento