venerdì, novembre 19, 2010

No surprises

Scovare, a ridosso di un malinconico ed ennesimo natale, una valigia di ricordi abbandonati, tutto lì, niente sorprese. Non odio il Natale, almeno non quanto molti dicono.

Il natale dei ricordi mi invade, e non faccio niente per resistere.
In silenzio si va via, si torna indietro, a un televisore in bianco e nero e ai miei occhi alla finestra perché cadono migliaia e migliaia e migliaia di fiocchi di neve, torna il calore della cucina e i disegni delle piastrelle del bagno.
Poi ci casco tutto dentro, nell'odore dei pranzi, dei cappotti, della camera da letto dei miei, nei dopobarba dei parenti, fino alla naftalina dei cappotti e degli armadi, e poi alle carezze con il ruvido delle guance sbarbate, delle sciarpe, dei gilet di lana e dei maglioni dei cugini, sino alla carta dei regali e delle scatole, quando ancora non recitavo alcuno stupore.

Ricordi inermi, innocui, quando se ne andranno.
Hanno vinto, perché li chiami con quel nome.
Là, non hanno più molta differenza sorrisi e cicatrici.


La tua gabbia felice di un tempo è l'oro che vorresti sognare quando chiudi gli occhi ogni notte.

E nella testa ho: no surprises

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